La scrittura pianistica di questi Lieder appare semplice, ma nasconde delle insidie: è un esempio di "finto facile", come amo definirla scherzosamente con i miei allievi.
Trovo importanti analogie con lo Jugendalbum op. 68 (1848), la raccolta di quarantatre pezzi per la gioventù, pensati con un duplice fine didattico: avvicinare i giovani studiosi alla poetica romantica e sviluppare progressivamente le loro capacità di tocco pianistico.
Riflettendo su quale sia la maggiore difficoltà che si incontra nella musica pianistica apparentemente "facile" di Schumann, ho pensato che essa consista nella continua alternanza di una scrittura accordale con una elaborazione polifonica, che a volte fa addirittura pensare idealmente ad una esecuzione organistica.
Questa trama polifonica è sviluppata, nello Jugendalbum, con una progressività veramente didattica.Già nel numero 3, Trällerliedchen, notiamo nella mano destra, alle battute 9-16, il prolungamento della durata della voce superiore, che pur inserita nella figurazione in bicordi spezzati affidati alla mano destra, deve emergere con una qualità di tocco cantabile che la distingue dall'accompagnamento:
In Schnitterliedchen, numero 18, la scrittura della mano destra è costantemente impegnata a due voci:
Nel pezzo senza titolo numero 26 abbiamo nuovamente canto e accompagnamento nella stessa mano:
Il numero 27 introduce addirittura il procedimento del canone:
Nel numero 30, senza titolo, la scrittura polifonica è usata in modo vario nelle due mani:
Il Thema, numero 34, è a quattro voci:
Nel numero 40 troviamo una piccola fuga (Kleine Fuge), preceduta da un preludio che ricorda lo stile delle Invenzioni di Bach:
E poi ancora, al numero 42, ecco un "corale figurato" (Figurirter Choral), omaggio alla tradizione barocca tedesca, con il tema tratto dal Salterio ginevrino del XVI secolo che, nella sua forma di corale semplice, Schumann aveva già usato nel numero 4 della stessa raccolta, e che qui viene trattato in modo "figurato", ossia inserito in una fitta trama polifonica:
Già nel primo Lied, Seit ich ihn gesehen, la scrittura accordale si alterna a figurazioni polifoniche, evidentemente derivate da un pensiero organistico, e al tempo stesso funzionale alla miglior resa del legato pianistico:
Nel secondo Lied, Er, der Herrlichster von allen, troviamo un esempio di polifonia "virtuale": in realtà la scrittura è una semplice melodia accompagnata, ma il continuo mutare di registro della melodia crea l'effetto acustico di una successione di entrate in imitazione; l'esecuzione è abbastanza complessa, anche per la necessità dell'incrocio tra le mani:
Nello stesso Lied, la coda finale del pianoforte si avvale nuovamente di una scrittura polifonica:
Infine un ultimo esempio, nelle battute conclusive del settimo Lied, An meinem Herzen, dove il pensiero compositivo di Schumann sembra quasi forzare la naturalezza della esecuzione pianistica:
In questo caso suggerisco una differente disposizione delle note tra le due mani, che semplifica molto l'esecuzione di questo passaggio, a prima vista un po' macchinoso: