La celebre pedagogista
Rosa
Agazzi
(1866-1951), di Volongo (CR), ideatrice nel 1895 con la sorella
Carolina
della Scuola Materna
di Mompiano (BS), che rappresenta un riferimento importante nella
pedagogia italiana del primo Novecento, si occupò di educazione
corale nel testo L'abbicì
del canto educativo ad uso dei giardini d'infanzia e delle scuole
elementari (Milano,
1908).
L'autrice distingue tra un canto spontaneo non educato e un
canto
gentile,
che si sviluppa con un opportuno apprendimento. Nel corso del testo
chiarisce ancora meglio la distinzione tra canto
artistico
(quello degli adulti professionisti), canto
educativo o gentile (quello
appropriato nell'educazione dei bambini) e canto
volgare (il
canto diseducato).
L'autrice rimanda
perciò ai maggiori studiosi del canto per sviluppare un progetto
educativo mirato in particolare ai bambini. L'obiettivo è il
conseguire l'omogeneità
della voce in tutti i suoi registri e la rotondità
dell'emissione, contrapposti ad un uso casuale e "gridato",
che è tipico, già nell'infanzia, del canto diseducato, ma che
spesso, ci avverte la Agazzi, viene inopportunamente praticato anche
nelle esercitazioni scolastiche. La calma
inspirazione e
una espirazione
misurata
saranno
efficaci alla vocalità delle voci bianche, e per queste attività è
necessaria una corretta postura del corpo (compostezza).
L'autrice dedica poi una particolare attenzione alla pronuncia.
Qualunque cosa si insegni ai bambini, sia pur bella e
piacevole, non si abusi mai della loro attenzione. In
questa raccomandazione della Agazzi ritroviamo i principi
fondamentali della pedagogia
attiva.
L'esercizio deve essere accolto con espressione
di contentezza.
Importante la scelta di un repertorio adeguato e il rispetto di
precise norme igieniche.
L'educazione
dell'orecchio, premessa necessaria all'educazione vocale, è
impostata essenzialmente sull'ascolto della scala
diatonica maggiore.
L'esempio dell'insegnante aiuta il bambino a capire la differenza di
qualità nella emissione vocale. Si passa quindi all'analisi dei
diversi timbri prodotti dalle diverse vocali, che sono distinte in
tre tipi: timbro
ordinario ('a'),
timbro chiaro
('i'), timbro
scuro
('u'), una distinzione ripresa in modo del tutto analogo dal Goitre
nel 1972. L'omogeneità della voce si consegue eliminando da ogni
vocale il suo effetto più estremo e trovando un punto di equilibrio
nella emissione; per ottenere questo obiettivo, l'autrice privilegia
la sillaba 'mu'.
Il testo della Agazzi si completa con alcuni esercizi
pratici.
Nel 1936 Rosa Agazzi
pubblicò a Brescia la raccolta Bimbi,
cantate!, melodie per l'infanzia a compimento de l'Abbicì del canto
educativo.
Desidero ringraziare Eleonora Rebecchi per avermi dato l'opportunità di studiare il testo della Agazzi.
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