Vorrei fare un esperimento: osservare un'immagine e, senza previe informazioni, produrre una reazione istintiva, che si fonda prevalentemente sulle valenze simboliche dell'immagine e quindi sull'impatto che essa ha sull'inconscio.
Il punto di partenza è quindi un'immagine che si contempla in silenzio e che in tal modo comunica già qualcosa al nostro inconscio.
Ho già trattato questo argomento nel post che ho intitolato Animali e oggetti nella iconografia cristiana antica: simboli o segni? e che invito a rileggere.
Applico dunque un metodo di lavoro in cinque punti:
Guardando l’immagine, sia nell’insieme che nei dettagli, faccio un brainstorming di reazioni istintive e non riflessive: esprimo quindi come l’inconscio reagisce all’immagine
Nel caso di personaggi umani, è utile anche l’immedesimazione: sguardo, postura, gesti, eventuali movimenti evocati dall’immagine fissa
Cerco informazioni sull’immagine osservata. Per quanto riguarda ad esempio le immagini sacre esposte nelle chiese, spesso si trovano informazioni sul web o anche in pieghevoli stampati e distribuiti nella chiesa stessa. Ma non sempre si trova uno di questi riferimenti: in tal caso occorre fare ulteriori ricerche. Molto spesso, ovviamente, le immagini si riferiscono a storie bibliche o ecclesiastiche note, ed anche i simboli utilizzati esplicitamente si danno per noti.
Riflessione: interrelazioni semantiche fra i punti 1, 2 e 3.
Conclusione: cosa ho capito di me stesso mediante questa immagine?
Ho fatto una esperienza domenica 26 novembre 2023, visitando la Chiesa Parrocchiale di Strigno, nel comune di Castel Ivano in Valsugana (Trentino). Ho scelto un'immagine quasi a caso (anche in questa scelta mi sono fatto guidare dall'inconscio) e mi sono soffermato su un affresco posto in fondo alla navata, alla destra dell'altare. Riporto dunque le mie impressioni istintive, immediate.
Ci sono due personaggi a figura intera. Entrambi hanno l'aureola. Quello a destra ha anche un grande cappello, che mi suggerisce l'idea di una espressione di autorità. Quello a sinistra invece è senza cappello. Inoltre quello a sinistra è evidentemente molto più giovane perché ha la barba scura, mentre invece quello a destra ha la barba bianca.
Mi interessa notare che quello a destra porta nelle mani un grosso volume che potrebbe essere la Bibbia oppure un messale. E quello a sinistra, invece, non ha niente in mano, ma fa dei gesti con le mani, come se stesse contando e quindi forse in questo senso stesse dando istruzioni oppure chiedesse istruzioni. Essendo più giovane, probabilmente si riferisce al fatto che l'altro ne sappia più di lui.
Poi noto anche i vestiti, che sono molto diversi, anche se entrambi molto autorevoli. Perché se è vero che quello di destra è tutto vestito di rosso e ha quest'aria da persona molto autorevole, quello di sinistra ha però anch'egli un abbigliamento molto significativo, evidentemente sacerdotale e pieno di croci. E quindi? Insomma, in un certo senso potrebbe essere lui la persona più competente fra i due.
Poi ci sono ovviamente gli sguardi, lo sguardo del giovane è molto vivo, è pieno di vivacità, ma anche di preoccupazione, di desiderio, il desiderio di imparare, probabilmente. Mentre quello di destra ha uno sguardo meno limpido, a me d'istinto non piace, e anche il suo naso non mi piace: mentre il naso di quello di sinistra è un naso importante, ma bello, quello di destra invece ha questa forma adunca che lo rende a me istintivamente antipatico; e soprattutto ha questo sguardo che, come percepisco, potrebbe anche essere lo sguardo di una persona ambigua, o che comunque voglia esprimere altezzosamente la sua superiorità.
Però è anche vero che sta rivolto verso il giovane e quindi forse invece semplicemente vuole ascoltare quello che lui sta dicendo.
Quindi i casi sono due, o il giovane sta chiedendo lumi oppure sta dando una sua interpretazione, che l'anziano ascolta con molto interesse, e forse con diffidenza. Insomma, io parteggio più per il giovane, però, forse guardandolo bene, anche questo anziano non mi sembra poi così malvagio. E soprattutto anche lui è aureolato, quindi probabilmente nell'intenzione del pittore non c'era una distinzione di merito fra i due.
Fin qui il mio istinto. Ora, per procedere, dovrei trovare le informazioni "oggettive" che, in questo caso, mancano. Perciò, prima di procedere con i punti 4 e 5 del mio metodo di lavoro, devo acquisire le informazioni necessarie. Ho dunque consultato altre fonti e soprattutto mi sono rivolto ad un paio di persone esperte, che mi hanno fornito utilissime delucidazioni.
L'affresco rappresenta Sant'Agostino (a sinistra) e San Girolamo (a destra). Nella realtà storica la differenza di età tra i due non era così grande, perché Agostino era nato nel 354, mentre di Girolamo si presume la data di nascita nel 347, comunque morto nel 420. Tra i due ci furono controversie importanti, quindi sarebbe legittima l'interpretazione del quadro come ipotizzato, ossia che Agostino esprima la sua idea e Girolamo ascolti con sospetto e senza approvazione.
Le numerose croci nella tonaca di Agostino potrebbero esprimere la vicinanza tra cielo e terra, ossia la convinzione del pittore che Agostino sia nel giusto più di Girolamo, come già evidenziato dagli sguardi.
Le mani di Agostino esprimono sicuramente il desiderio di capire e di conoscere, ma anche forse di affermare la sua idea in contrapposizione al suo interlocutore.
L'abito rosso e il cappello a tesa larga di Girolamo esprimono ovviamente la sua condizione di cardinale (i vestiti non si riferiscono al tempo dei due santi, ma a quello del pittore), e quindi la sua presunta superiorità, sancita anche dalla barba bianca e da quello sguardo che io avevo intuito come autoritario.
La Bibbia è un attributo tipico di San Girolamo, in quanto traduttore in latino delle Scritture.
Ho così stabilito delle connessioni fra il mio istinto e le informazioni oggettive, ossia quelle interrelazioni semantiche che possono condurmi al punto 5 del mio lavoro, cioè a rispondere alla domanda cruciale (e terapeutica): cosa ho capito di me stesso mediante questa immagine?
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