Nella mia attività di compositore, che si è sviluppata nel corso degli anni in modo un po’ marginale, ma costante, rispetto alle prevalenti attività di pianista e di docente, la fiaba musicale Mignolina rappresenta una situazione particolare, per la sua continuità di riprese, anche con numerose varianti e adattamenti, e per il continuo favore incontrato presso il pubblico.
Questo lavoro rappresenta il mio desiderio di accostarmi al mondo dell'infanzia, che riflette da un lato il ricordo delle emozioni della mia personale esperienza di bambino, e dall’altro la mia vicenda di paternità con mio figlio Davide e di insegnamento ad innumerevoli discenti di varie età.
Il nucleo originale consisteva in undici piccoli pezzi per arpa, costruiti anche con un preciso intento di didattica strumentale. Preparai successivamente una Suite di cinque pezzi per orchestra da camera, poi ancora una versione in forma scenica di otto pezzi, tre dei quali con coro di bambini (voci bianche), che cantano testi da me ideati sulla musica preesistente. Oltre alla voce recitante, che racconta la fiaba, fu prevista la partecipazione di mimi che interpretavano il racconto durante l'esecuzione delle musiche.
In queste varie vesti la fiaba è stata rappresentata in varie sedi.
Un continuo work in progress, dunque, che accompagna la mia vita da oltre trent’anni. La versione definitiva che ora presento completa la Suite orchestrale del 1994 e l’ampliamento successivo del 1998 con la strumentazione degli altri pezzi dall’originale per arpa e inserisce stabilmente questo strumento nell’organico orchestrale, recuperando quindi l’idea primigenia, in una sintesi che riassume tutte le esperienze successive di adattamento.L’arpa, col suo sistema di accordatura eptatonico, ha ispirato le scelte musicali; i pezzi si basano infatti su scale eptatoniche di vario tipo, che sono funzionali alla rappresentazione dei vari personaggi: la dolcezza di Mignolina e della sua amica rondine da un lato; il carattere grottesco, impertinente dei personaggi antagonisti, dall’altro: dall’orribile rospa al vacuo maggiolino, dalla petulante topa al goffo e noiosissimo talpone, tutti personaggi che vorrebbero condizionare e orientare la vita affettiva della protagonista, senza peraltro riuscirvi, perché il suo destino è segnato da una Provvidenza che l’accompagna verso una meta luminosa e serena.
Questo è il fine terapeutico delle grandi fiabe, come illustrato da psicoanalisti insigni come Bruno Bettelheim, e come ho cercato umilmente e con amore di rappresentare con la mia musica.
La composizione di Mignolina mi è cara anche perché, nel suo farsi, ho potuto vivere anche "fisicamente" ed "emotivamente" l'esperienza della creatività, di cui a posteriori posso analizzare le dinamiche. Ricordo quel mattino di sabato 7 novembre 1992, in cui le idee musicali mi avevano coinvolto in una dimensione di particolare benessere e felicità. Questo è il mio augurio per tutti i compositori e il mio invito pedagogico per i giovani.
Questa composizione non è un ricalco stilistico di autori del passato, ma un frutto della mia umanità e della mia sensibilità e passione musicale, nutrita dalla quotidiana pratica di esecutore, ascoltatore e docente.
La scrittura strumentale è volutamente semplice, destinata ad un’orchestra di ragazzi. I procedimenti compositivi, melodici, ritmici e polifonici, mi sembrano utili anche sotto l’aspetto specifico della didattica musicale per i giovanissimi.
Ho sempre avuto un interesse particolare per il mondo della letteratura per l’infanzia, dovuto al riconoscimento dell’importanza pedagogica delle fiabe. La scelta di Andersen mi fu suggerita da motivi affettivi e anche intellettuali, entrambi necessari per ogni scelta.
Dal punto di vista affettivo, sono i ricordi della mia infanzia, le risonanze emotive, il piccolo libro illustrato che leggevo insieme alla mia sorella maggiore Annalisa; le suggestioni delle immagini innanzitutto, in particolare quella della rondine, che ha una forza di rappresentazione simbolica molto forte; e poi il personaggio dolcissimo, "puro di cuore", evangelico, della bimba protagonista. Da ciò deriva anche la mia più matura adesione intellettuale al soggetto.
Queste sono dunque le ragioni per le quali sono particolarmente legato a questo mio lavoro.
Infine, Mignolina è anche la storia di un mio piccolo ma significativo successo di pubblico. Chi può negare che anche questa gratificazione faccia bene alla salute? Non potrebbe mentire a se stesso neppure il più freddo e il più duro fra i razionalisti.
Per chi volesse leggere ulteriori dettagli su questa composizione, allego l’Introduzione alla partitura: Introduzione a Mignolina
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