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Bella porta di rubini è un'aria da camera del compositore napoletano Andrea Falconieri (1585-6 - 1656), che apre la terza parte della celebre antologia di Arie antiche raccolte da Alessandro Parisotti (1853 - 1913).
L'opera del Parisotti, senza dubbio superata dal punto di vista musicologico e storico, non essendo affatto conforme alla prassi esecutiva del periodo barocco, rimane comunque utilissima per la formazione dei giovani cantanti, che in essa trovano arie antiche molto belle e utilissime dal punto di vista didattico: vi si trova infatti una vastissima varietà di situazioni linguistiche, poetiche e musicali, concentrate in una tessitura prevalentemente centrale e quindi adatta per la prima impostazione vocale.
Studiamo innanzitutto il testo, curando la corretta pronuncia e spiegando le parole antiche, il loro significato e le metafore in esso presenti.
Il testo è costituito da due strofe di sei versi ottonari ciascuna, con rime ABABCC.
Vediamo la prima strofa:
1 Bella pòrta di rubini
O bella bocca, che sembri una porta di rubini [metafora: i rubini sono pietre preziose di colore rosso]
2 ch'apri il varco ai dólci accènti,
che fai passare dolci parole,
3 che nei risi peregrini
che nei tuoi sorrisi preziosi
4 scopri pèrle rilucènti,
scopri i denti, che sembrano perle piene di luce,
5 tu d'amor dólce aura spiri
tu fai alitare una dolce aria
6 refrigèrio ai miei martiri.
che rinfresca le mie sofferenze.
Vediamo ora la seconda strofa:
7 Vezzosétta e frésca ròsa,
Tu che sembri una rosa graziosa e fresca,
8 umidétto e dólce labbro,
e sei un labbro umido e dolce,
9 ch'hai la manna rugiadósa
che hai un succo umido simile alla manna [metafora: la manna è una sostanza zuccherina prodotta da alcune piante]
10 sul bellissimo cinabro,
sulle labbra rosse, [metafora: il cinabro è un minerale rosso]
11 non parlar, ma ridi e taci;
non parlare, ma ridi e taci;
12 sien gli accènti i nostri baci.
i nostri baci siano le parole che ci diciamo.
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