Con la chitarrista Greta Cordioli abbiamo realizzato quattro video "a distanza" (per consolarci e consolare gli ascoltatori in questo tempo difficile di lockdown), che si possono vedere ed ascoltare ai seguenti indirizzi:
La fama di Diabelli è legata soprattutto al celebre Tema in Do Maggiore, che diede spunto al sommo Beethoven per le sue straordinarie Variazioni per pianoforte, nelle quali proprio la semplicità quasi banale dello spunto di partenza permette al compositore l'esplorazione delle più ardite ricerche sperimentali ed inventive. Certamente, Diabelli nel suo tempo rappresenta un autore "leggero", "disimpegnato", che della piacevolezza e del godibile intrattenimento fa la cifra della propria creatività, all'opposto dunque rispetto al grande suo contemporaneo, tormentato, innovatore e profetico anticipatore di ben altre conquiste del linguaggio musicale. Una poetica, quella di Diabelli, che è stata definita "Biedermeier", intendendo con ciò una sorta di semplicità piccolo-borghese, scevra da implicazioni profonde. Tuttavia le opere di Diabelli, sempre di ottima fattura formale, risultano ancora oggi gradevolissime all'ascolto, nel rappresentarci una visione della musica come conforto dell'anima, quasi una passeggiata in un bel contesto paesaggistico, il che rappresenta comunque uno dei valori permanenti dell'arte musicale, cui peraltro guardò anche lo stesso Beethoven in molte sue opere, soprattutto della prima maniera.
Anton Diabelli, nacque a Mattsee presso Salisburgo nel 1781, da una famiglia di probabili origini italiane, dato il cognome. Egli visse prevalentemente a Vienna, dove insegnò entrambi gli strumenti, il pianoforte e la chitarra, dimostrando una predisposizione all'artigianato musicale e alla duttilità, che era ancora molto comune nel primo Ottocento e che si è sempre più perduta, nei tempi più recenti, a favore di una specializzazione sempre più settoriale. A partire dal 1818 intraprese anche una fortunata attività editoriale.I Quattro Rondini (ossia piccoli Rondò) sono scritti nella classica forma A-B-A, in cui la parte B rappresenta una nuova idea musicale in altra tonalità e la ripresa di A rappresenta spesso una variante che conduce ad una coda più brillante. Una caratteristica interessante è data dal fatto che la parte del pianoforte è scritta una terza minore sopra, a significare che la parte di chitarra era pensata per uno strumento traspositore, nel quale cioè l'effetto era una terza sopra: si trattava perciò di uno strumento più piccolo, una chitarra terzina, molto diffusa nella prima metà dell'Ottocento, soprattutto in Austria (ma presente anche nell'Italia meridionale).
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