
Mentre a Sparta
prevaleva una cultura militare e l'educazione era dunque rigidamente
orientata ad una dura
disciplina del corpo e dell'animo,
la civiltà di Atene
sviluppò (a partire dal VI sec. a. C.) concetti nuovi, che hanno
influenzato tutta la cultura occidentale successiva: la forma sociale
della democrazia
(dovuta allo sviluppo delle attività
commerciali e mercantili) significava anche l'emancipazione del
singolo individuo da una rigida sottomissione alla collettività; il
diritto venne regolamentato da leggi scritte, secondo l'ideale della
δίκη
(dìke),
che significa regola,
da cui diritto
e quindi giustizia;
l'educazione
dei fanciulli, παιδεία
(paidèia),
non fu più
limitata ai valori della guerra e dell'ardimento fisico, ma comprese
una sensibilità
estetica,
definita μοΰςα
(musa),
cioè
la cultura
delle Muse, da cui deriva anche, etimologicamente, la parola musica;
l'obiettivo più alto dell'educazione fu la πολυμάθεια
(polimàzeia),
cioè la conoscenza
di molti saperi,
per conseguire
la καλοκαγαθία
(kalokagathìa),
parola che sintetizza gli aggettivi bello e buono e dunque esprime
la sintesi di tutte le
virtù, sia estetiche che morali.
In questo progetto educativo, la musica
e la danza
ebbero un grande rilievo, integrate in un
ideale di armonia euritmica
tra corpo e psiche.
Si tratta in conclusione di una educazione
disinteressata, cioè non finalizzata ad
un obiettivo strumentale o al semplice apprendimento di una
professione.
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