Uno
dei più grandi cantanti della seconda metà del Novecento, il
berlinese Dietrich
Fischer-Dieskau
(1925-2012) ha documentato la sua straordinaria opera di interprete
in un numero enorme di registrazioni che possono tuttora fare scuola
per i giovani studenti di canto. La bellezza
della sua voce si unisce ad una tecnica
vocale
perfetta, che gli permette una notevole estensione
nel registro di baritono e soprattutto l'uso di una ricchissima
tavolozza di sfumature.
Perfetta è anche, nelle sue esecuzioni, la dizione
del
testo.
Nella
sua ultima intervista, rilasciata a Bruno Monsaingeon,
Fischer-Dieskau racconta la sua vita e fornisce preziosi consigli.
Dopo aver raccontato la rapidità del suo periodo di formazione,
peraltro contrassegnato da studi
regolari sui metodi classici
(egli ricorda ad esempio l'ottimo Concone),
ma sottolineando anche l'importanza
della lettura a prima vista,
egli spiega di non aver avuto un particolare talento per le lingue;
ma allora, aggiungiamo noi, avrà studiato con molta disciplina per
raggiungere questa sua grande bravura nell'uso non solo del tedesco,
ma anche dell'inglese, del francese, dell'italiano e del russo.
Molto
importante ciò che egli dice a proposito dell'analogo
approccio che richiede il repertorio operistico e quello cameristico,
che spesso e ingiustamente sono contrapposti nella didattica vocale,
in particolare in Italia. Nell'ultima parte dell'intervista egli
dice: “La mia strada per affrontare l'opera non è fondamentalmente
diversa dal mio modo di affrontare il Lied, per il semplice motivo
che la loro musica è veramente molto simile. Nella musica di
Schubert ci sono incredibili esplosioni drammatiche. Per contro, ogni
buona opera dispiega favolose frasi in dinamica 'piano'. Bisogna
ascoltare ciò che la musica dice. Nulla può essere fatto solo con
freddo calcolo. Si deve penetrare con lo stesso calore, come quello
del compositore quando la scrisse. Allora e solo allora viene il vero
interprete che, con il suo cuore, pieno di emozione per quello che
canta, vi trasporterà in un'altra dimensione.”
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