Ritratto giovanile di Riccardo Zandonai |
La
fiaba musicale L'uccellino d'oro è
un'opera giovanile di Riccardo Zandonai (1883-1944), scritta tra il 1905 e il
1907, subito prima del felice avvio dei suoi trionfi nazionali ed
internazionali, che iniziarono con la quasi coeva pubblicazione del
Grillo del focolare
presso il celebre editore Ricordi. Essa fu composta proprio per Borgo
Sacco ed in particolare per le operaie della Manifattura Tabacchi,
presso la quale lavorava anche la madre del compositore, Carolina
Todeschi. La fiaba fu perciò rappresentata nel Ricreatorio
Parrocchiale di Sacco ed eseguita da un cast tutto femminile, in una
dimensione di evento amatoriale ma di grande finezza artistica,
garantita dalla qualità straordinaria della musica e dalla presenza
del compositore stesso al pianoforte. Molti abitanti di Sacco e di
Rovereto hanno ancora memoria delle prime esecuzioni, tramite i
racconti dei loro nonni.
Il
libretto fu realizzato da don Giovanni Chelodi (1882-1922), sacerdote
presente a Sacco dal 1905 e destinato poi ad una brillante carriera
accademica presso il Seminario Arcivescovile di Trento, purtroppo
troncata dalla sua morte prematura.
Nicola Sfredda e il direttore della Biblioteca Civica di Rovereto con il manoscritto originale di Zandonai |
Foto di scena, Rovereto, 2019 |
Valentina Di Blasio, l'Uccellino d'oro nella rappresentazione di Rovereto del 2019, con Nicola Sfredda |
Zandonai
non trascurò il suo piccolo gioiello neppure negli anni successivi,
pur così fecondi e ricchi di attività importanti, come si evince
dalle sue lettere e testimonianze. Si sa infatti che la fiaba fu
eseguita ancora molte altre volte, almeno fino alla prima guerra
mondiale. Tuttavia la partitura originale andò perduta e anche dello
spartito per canto e pianoforte si sono ritrovate le tracce in tempi
molto recenti: fino a pochi anni fa si dubitava addirittura
dell'autenticità dell'opera e il dubbio è stato definitivamente
risolto solo con il recentissimo ritrovamento del manoscritto autografo.
L'opera
si struttura in tre brevi atti, che alternano le parti musicali alla
recitazione, secondo l'antica forma del Singspiel,
particolarmente coltivata nei paesi di lingua tedesca e di cui
l'esempio più celebre rimane il mozartiano Flauto
magico.
Le parti solistiche prevedono un soprano leggero di coloratura
(l'Uccellino), un soprano lirico (Rosabella), un mezzosoprano (la
perfida Matrigna), un tenore (Riccardino) e un baritono, che può
cantare due differenti ruoli, dapprima il Re di Terziglio e poi il
Cuoco. Molto importante la presenza del coro femminile.
Dopo alcune riprese nel 1946 e una incisione discografica del 1958 (tutte dirette da Silvio De Florian), l'opera è stata nuovamente rappresentata alla Sala Filarmonica di Rovereto il 7 dicembre 2019, sotto la direzione di Nicola Sfredda. Pianista Giorgia Turchi. Regia, scene e costumi di Valentina Cristiani. Produzione dell'associazione Amici dell'Opera di Rovereto. Valentina Di Blasio ha cantato nel ruolo principale. Gli altri ruoli sono stati coperti da Mia Malezija (Rosabella), Marina Serpagli (Matrigna), Alberto Penati (Riccardino) e Rui Ma (Re di Terziglio e Cuoco). Ensemble Vocale Femminile "Giardino delle Arti", preparato da Maria Letizia Grosselli. Compagnia Teatrale "Gustavo Modena" di Mori.
La pianista Giorgia Turchi ha registrato tutta la parte strumentale dell'opera.
La pianista Giorgia Turchi ha registrato tutta la parte strumentale dell'opera.
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