lunedì 23 gennaio 2023

Alla tomba di Stravinskij

Stravinskij al Cimitero di San Michele

Domenica 22 gennaio 2023 sono stato a visitare la tomba di Igor Stravinskij, che per sua volontà, dopo la morte avvenuta a New York, fu sepolto nel cimitero di San Michele a Venezia.

Poco distante dalle tombe di Stravinskij e di sua moglie Vera, nello stesso cimitero troviamo anche la tomba di Sergej Djagilev (1872-1929), che a Venezia morì: era il celebre impresario dei "Balletti russi", al cui nome sono legati i primi grandi successi del compositore. 

Balletti russi

Stravinskij a VeneziaColgo l'occasione per rendere omaggio al sommo compositore, uno dei massimi artefici del Novecento musicale, e lo faccio seguendo un metodo efficace della Pedagogia Musicale, ossia l'autobiografia musicale: mediante il ricordo dei miei personali incontri con i più importanti lavori dell'Autore traggo insegnamenti che poi riassumo, in fondo a questo post, in una breve riflessione finale sul senso della sua opera. 

Selezione del Reader's Digest
Il mio primo incontro con l'arte di Stravinskij (1882-1971) risale alla mia infanzia, quando il compositore era ancora vivente: frequentavo la scuola elementare, quando già consultavo con curiosità la discoteca dei miei genitori; in particolare mi aveva affascinato una raccolta di dischi RCA divulgata da Selezione del Reader's Digest  e intitolata Panorama di Musica Immortale: il compositore era raffigurato con un celebre disegno di Picasso, accanto alla foto di una prova da una coreografia di Massine del 1920. L'ascolto della Sagra della primavera fu per me una rivelazione sconvolgente, mi sembrava il culmine della modernità; ed oggi, a distanza di quasi sessant'anni, mi dà ancora la stessa impressione.

Selezione del Reader's Digest

Una esperienza di poco successiva fu l'ascolto e la visione dell'Uccello di fuoco al Teatro Petruzzelli di Bari, nel 1969: in questa occasione ebbi l'intuizione del profondo legame del compositore innanzitutto con il suo maestro Rimskij-Korsakov, ma anche con Mussorgskij, di cui in quel periodo venivo a conoscere i Quadri di un'esposizione  e Una notte sul monte Calvo.

Stravinskij e Andersen
Negli stessi anni scoprii che la mamma di mia mamma, Libertà Calvi, possedeva uno spartito di Rossignol datato 15 settembre 1927. Modernissima, aggiornatissima, la mia nonna, che proprio in quell'anno portava in grembo la mia mamma. Nello spartito ho ritrovato la dimensione del fiabesco, in questo caso tratta dalla fonte di Andersen, ma costante riferimento della poetica del musicista, soprattutto nella sua matrice russa originaria.

Scherchen alla Scala
Tra le carte di famiglia ho trovato anche un programma di sala, datato 18 giugno 1926, interamente dedicato al compositore: l'Orchestra del teatro alla Scala era diretta da Hermann Scherchen (1891-1966) e Stravinskij stesso eseguiva come solista il suo Concerto per pianoforte e orchestra. Completavano il programma Feux d'artifice e la Sagra della primavera. Si capisce da questi documenti non solo la fama internazionale del musicista, all'epoca poco più che quarantenne, ma anche la sua maestria strumentale, che ci fa intendere quanto la complessità della sua scrittura pianistica sia stata sperimentata e praticata dall'autore stesso.

Ricordo molto bene la notizia della morte del Maestro, avvenuta a New York il 6 aprile 1971; una notizia che appresi dal quotidiano e che ovviamente mi fece una grande impressione. Lessi poi e vidi le fotografie del funerale che avvenne, appunto, a Venezia.

Tramite un bel catalogo di dischi LP, firmato CBS, venni a conoscenza di tutti i titoli della sua straordinaria carriera compositiva. Molti anni dopo acquistai l'integrale (trasferita in CD), che tra l'altro contiene molte esecuzioni dirette dal compositore stesso. Un catalogo ricchissimo, che copre oltre sessant'anni di attività e che presenta una intima coerenza, al di là delle "fasi" stilistiche nelle quali è stato suddiviso.

Stravinskij e Ramuz
Ma, tornando alle mie esperienze giovanili, ricordo una rappresentazione dal vivo di Histoire du soldat da parte di una compagnia di musicisti e attori itineranti, a Rovereto in via delle Fosse, nei primi anni Settanta, all'epoca delle Settimane di Musica Contemporanea organizzate dal Maestro Silvio Deflorian. Un periodo fecondo e creativo, quel decennio immediatamente successivo alla morte del compositore, nel quale la rappresentazione sulla strada del suo antico lavoro del 1918 ne rivelava ancora la sorprendente attualità.

Thomas Rajna
Ed ancora : un disco che contiene tutta la musica pianistica di Stravinskij, eseguita dal pianista inglese di origine ungherese Thomas Rajna (1928-2021), e ovviamente Trois mouvements de Petrouchka registrato da Maurizio Pollini (dopo averlo ascoltato dal vivo, nel 1969, al Teatro Petruzzelli); e poi The Rake's Progress alla Scala (1980 circa); e la lettura dei libri fondamentali di Roman Vlad e di Robert Craft.

Threni Lamentationes
Negli anni Novanta, al Laboratorio di Musica Contemporanea diretto da Francesco Valdambrini, ricordo le esercitazioni di direzione, svolte su Histoire du soldat, di grande valore didattico e formativo, per la necessità di controllare la scansione dei ritmi continuamente modificati e sovrapposti; poi la mia analisi della Sagra, svolta in un seminario di studi interno al Laboratorio, l'ascolto e l'analisi dei Threni e lo studio della dodecafonia nella personalissima applicazione dell'ultimo periodo di Stravinskij, 

Non posso non citare altre opere che mi sono particolarmente care: Les noces, la Sinfonia di Salmi, Oedipus Rex.

Nižinskij
Petrouchka
nella prima rappresentazione (1911),
interpretato da Vaclav Nižinskij

Nel 1992 avevo anche pubblicato un fascicolo di Analisi di opere pianistiche del Novecento, che contiene un capitolo su Le tecniche e lo stile di Stravinskij: in esso affermo che Petrouchka ci appare non solo come una metafora dell'uomo contemporaneo (che, ridotto a marionetta, vive una tragica conflittualità con la sua umanità repressa) ma come rappresentazione del compositore stesso: nel suo stile, l'apparente meccanicismo maschera e, per contrasto, evidenzia la profonda umanità del suo lirismo.

Analisi di musica per pianoforte
E concludo affermando che nella musica di Stravinskij gli aspetti stilistici più evidenti, costanti in tutte le fasi della sua opera, sono l'impiego sistematico dell'ostinato (in senso melodico, ritmico, armonico) e la dissociazione tra gli elementi costitutivi (sovrapposizione di armonie diverse, sovrapposizione di ritmi diversi). L'ostinato e la dissociazione sono gli aspetti essenziali di una poetica che è stata definita "oggettivista", secondo una tradizione interpretativa consolidata: termine tuttavia, a mio parere, fuorviante nel definire uno stile che viceversa mi appare determinato non da un freddo meccanicismo, ma al contrario da un interiore lirismo espressivo, un lirismo che nasce proprio dalla coscienza della conflittualità tra gli elementi. 

Le poetiche dell'ostinato e della dissociazione sono quindi l'espressione (a volte sofferta, a volte parodistica) della condizione esistenziale e sociale dell'uomo moderno, nel contesto di un messaggio artistico profondamente umano.

Stravinskij anziano
Grazie, Maestro Stravinskij, grazie papà Igor. Sono felice di aver reso omaggio alla tua tomba.


Nessun commento:

Posta un commento