"Sogno un'educazione musicale in cui il corpo stesso svolga il ruolo di intermediario tra i suoni ed il nostro pensiero, diventando lo strumento diretto dei nostri sentimenti" (Émile Jaques-Dalcroze).
In ogni età della vita è possibile sviluppare le potenzialità dell'orecchio e le abilità musicali. Dunque la bella notizia è che ogni persona può studiare musica, anche se è una persona adulta e non ha esperienze precedenti. Si tratta di una educazione che porta benefici alla persona nella sua integrità, perché aiuta a liberare le energie del corpo, le emozioni positive, il vissuto come espressione di sé in comunicazione con il mondo, la curiosità intellettuale e i gusti musicali personali.
È un luogo comune, diffuso tra molti operatori e inculcato anche negli appassionati, che la musica possa essere studiata soltanto da chi ha predisposizione. Ciò è vero solo in parte. Da un lato è evidente che le attitudini possano facilitare la soluzione dei problemi e rendere più agevole il percorso. Ma dall'altro, è fondamentale soprattutto l'applicazione costante, sotto una guida sicura e paziente di un insegnante qualificato. Come scriveva il grande pedagogista John Dewey, "l'educazione non è preparazione alla vita; è la vita stessa". Analizziamo brevemente in dettaglio questi due aspetti: il punto di vista della persona discente e quello della persona docente.
Dal punto di vista della persona che studia, sia essa un bambino, un ragazzo o un adulto, la presunta mancanza di attitudini dovrebbe essere innanzitutto provata con dati certi: troppe volte un giudizio sommario e affrettato da parte dell'insegnante, magari facendo leva sull'autogiudizio negativo della persona studente, ha prodotto il risultato di scoraggiare in partenza il proseguimento dello studio. La persona discente dovrebbe essere sempre incoraggiata a proseguire i suoi studi musicali, se lo appassionano, e condotta verso alcuni obiettivi che chiunque può raggiungere con una corretta applicazione.
Dal punto di vista dell'insegnante, dunque, sono necessarie alcune qualità fondamentali: non chiudere la strada all'allievo o allieva con giudizi affrettati; seguirlo, seguirla con pazienza nel suo percorso, individuando piccoli obiettivi raggiungibili, gratificando per il successo ottenuto e ponendo nuovi obiettivi, progressivamente più avanzati; proporre un metodo di studio efficace e adattato alla singola persona che si trova di fronte. Infatti, è necessario che l'insegnante sappia che ogni persona è diversa e perciò la soluzione di un problema, che può essere utile per una persona, non può esserlo per un'altra: in questo caso, il dovere dell'insegnante è trovare la strada adatta per risolvere quel problema per quella persona specifica.
In questo modo, avendo individuato un setting efficace nell'incontro tra la persona studente e la persona insegnante, si può iniziare un lavoro che coinvolgerà tutte le componenti fondamentali della persona: innanzitutto il corpo, con la sua attitudine naturale a percepire e a riprodurre i vari elementi della musica; le emozioni, che la musica aiuta ad individuare e a gestire in modo adeguato; la capacità di esprimere se stessi e comunicare con gli altri e con il mondo, per la quale la musica rappresenta un veicolo efficacissimo; la curiosità intellettuale e le aspirazioni spirituali, che si possono allargare ed approfondire mediante una scelta di repertorio sempre più varia, partendo dai gusti personali della persona discente e proseguendo verso mete sempre più ampie e aperte.
È un luogo comune, diffuso tra molti operatori e inculcato anche negli appassionati, che la musica possa essere studiata soltanto da chi ha predisposizione. Ciò è vero solo in parte. Da un lato è evidente che le attitudini possano facilitare la soluzione dei problemi e rendere più agevole il percorso. Ma dall'altro, è fondamentale soprattutto l'applicazione costante, sotto una guida sicura e paziente di un insegnante qualificato. Come scriveva il grande pedagogista John Dewey, "l'educazione non è preparazione alla vita; è la vita stessa". Analizziamo brevemente in dettaglio questi due aspetti: il punto di vista della persona discente e quello della persona docente.
Dal punto di vista della persona che studia, sia essa un bambino, un ragazzo o un adulto, la presunta mancanza di attitudini dovrebbe essere innanzitutto provata con dati certi: troppe volte un giudizio sommario e affrettato da parte dell'insegnante, magari facendo leva sull'autogiudizio negativo della persona studente, ha prodotto il risultato di scoraggiare in partenza il proseguimento dello studio. La persona discente dovrebbe essere sempre incoraggiata a proseguire i suoi studi musicali, se lo appassionano, e condotta verso alcuni obiettivi che chiunque può raggiungere con una corretta applicazione.
Dal punto di vista dell'insegnante, dunque, sono necessarie alcune qualità fondamentali: non chiudere la strada all'allievo o allieva con giudizi affrettati; seguirlo, seguirla con pazienza nel suo percorso, individuando piccoli obiettivi raggiungibili, gratificando per il successo ottenuto e ponendo nuovi obiettivi, progressivamente più avanzati; proporre un metodo di studio efficace e adattato alla singola persona che si trova di fronte. Infatti, è necessario che l'insegnante sappia che ogni persona è diversa e perciò la soluzione di un problema, che può essere utile per una persona, non può esserlo per un'altra: in questo caso, il dovere dell'insegnante è trovare la strada adatta per risolvere quel problema per quella persona specifica.
In questo modo, avendo individuato un setting efficace nell'incontro tra la persona studente e la persona insegnante, si può iniziare un lavoro che coinvolgerà tutte le componenti fondamentali della persona: innanzitutto il corpo, con la sua attitudine naturale a percepire e a riprodurre i vari elementi della musica; le emozioni, che la musica aiuta ad individuare e a gestire in modo adeguato; la capacità di esprimere se stessi e comunicare con gli altri e con il mondo, per la quale la musica rappresenta un veicolo efficacissimo; la curiosità intellettuale e le aspirazioni spirituali, che si possono allargare ed approfondire mediante una scelta di repertorio sempre più varia, partendo dai gusti personali della persona discente e proseguendo verso mete sempre più ampie e aperte.
Una musica che permette di sognare e di star bene, per tutti
(testo pubblicato il 27 marzo 2011 e ampliato il 25 maggio 2020)
(testo pubblicato il 27 marzo 2011 e ampliato il 25 maggio 2020)
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