Parafrasando il titolo di una celebre raccolta di studi di Carl Czerny (Die Schule der Geläufigkeit, composta nel 1833 circa) possiamo ricondurre la difficoltà di esecuzione a quattro fattori: meccanico, cognitivo, espressivo e psicologico.
Dal punto di vista meccanico, si tratta di eseguire tutte le note in velocità, senza errori e senza irrigidimenti muscolari. In ciò viene spesso identificata unicamente la difficoltà tecnica, ma questo non è sufficiente ad esaurire la complessità del problema.
Va aggiunta infatti una componente più specificamente cognitiva, che riguarda l'assimilazione delle difficoltà derivanti dalle modifiche della scrittura musicale, da eseguirsi in velocità: ad esempio, i cambi di figurazione, i cambi di tonalità, alcune figurazioni particolari di difficile lettura, la memorizzazione delle diteggiature.
C'è poi da considerare l'aspetto della espressione della musica, che consiste nella capacità di modificare le dinamiche in velocità: questo è un aspetto sul quale hanno insistito molto tutti i grandi didatti dell'Ottocento, anche quelli ritenuti ingiustamente i più "meccanici", come ad esempio lo stesso Czerny, che nel suo Metodo per pianoforte (Vollständige
theoretisch-praktische Pianoforteschule op. 500, Vienna
1839) scrive: "l'accento d'espressione dee sempre cader sull'appropriata nota.... il buon
senso, quanto ad armonia, chiarezza, ritmo, ed in ispecie quanto al
carattere d'esecuzione competente ad ogni determinato passo, può ben
guidarci a non errar la musicale declamazione, ed a renderci il più
possibilmente intelligibili agli uditori in quanto all'esprimer le
proprie nostre sensazioni. I moderni compositori soglion porre
d'ordinario esattamente i segni ad ogni nota che vogliono espressa in
modo particolare (cioè: >, /\, rf, sf, fz,
fp, e simili); nel qual caso non ha il suonatore che da
osservar ed eseguir esattamente siffatti segni."
Infine deve essere tenuto nella giusta considerazione l'aspetto psicologico dell'esecuzione in velocità: occorre esercitare la tenuta della concentrazione e della tranquillità sulla "lunga distanza", cioè sulla continuità prolungata delle figurazioni. Il rischio sta nella perdita di concentrazione ovvero nell'accumulo di stress nel tempo prolungato. Se è vero che questi fattori dipendono molto dalla struttura complessiva della personalità dell'esecutore, ciò nondimeno occorre pensare ad una possibilità di esercitare e migliorare questa capacità con opportune procedure di allenamento.
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