La lezione su questo celebre Lied di Schubert (https://youtu.be/KjEdNOULDWY) è pensata per
gli studenti del corso per Maestro Collaboratore. Io sono un pianista
accompagnatore, non un cantante. Quello che cerco di dimostrare con
questa operazione è che il pianista, accingendosi ad accompagnare un
cantante, deve avere una consapevolezza di tutti gli aspetti della
vocalità: dunque, qualche nozione di tecnica vocale; la comprensione
e la corretta pronuncia del testo, anche se in una lingua diversa
dalla propria lingua madre; il fraseggio, le dinamiche,
l’interpretazione.
Per fare questo è utilissimo
esercitarsi come ho fatto io ora, e cioè imparare a cantare sopra il
proprio accompagnamento. Di solito è sufficiente il cosiddetto
“accennare con la voce”, in particolare quando si eseguono pezzi
d’opera affidati a personaggi che hanno una vocalità diversa dalla
propria quanto ad estensione e tessitura. Nel repertorio di musica
vocale da camera, invece, è anche possibile eseguire un pezzo
cercando la tonalità più adatta alla propria voce. In questo modo
ci si può avvicinare maggiormente alla pratica effettiva del
cantante e si può curare in modo più efficace l’espressione che
si vuol dare alla musica.
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Franz Schubert |
Così ho fatto io con il
bellissimo Der König
in Thule,
che è un Lied di Schubert su poesia di Goethe. L’originale
sarebbe in re minore, ma nella musica vocale da camera è prassi
abituale trasportare i pezzi in base alla propria tessitura vocale.
Le raccolte di Lieder sono tradizionalmente
edite in varie tonalità, per voce acuta, per voce media e per voce
grave. Di questo Lied conosciamo infatti le versioni di Dietrich
Fischer-Dieskau e di Hermann Prey, entrambe in si minore, ossia
una terza sotto rispetto all’originale;
e quella di Christa Ludwig in sol minore, ossia
una quinta sotto.
Io ho scelto la tonalità di sol minore, che risulta comoda per la
mia voce, nella sua tessitura centrale.
Ho
studiato la parte del
canto
dapprima vocalizzando sulla vocale più comoda, un misto tra la ‘a’
e la ‘o’; poi ho cantato utilizzando le sole vocali del testo
ed infine ho cantato con il testo. Ovviamente ho studiato anche la
parte pianistica, che in questo caso è particolarmente semplice, ma
che deve comunque assecondare la voce nel fraseggio e nelle
dinamiche, ed
in questo consiste principalmente l’arte dell’accompagnamento
pianistico.
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Johann Wolfgang Goethe |
Goethe
scrisse la poesia nel 1774; si tratta di una leggenda che racconta la
verità dei sentimenti umani, evocata in una mitica isola del Nord.
Si
tratta di un anziano re che, avendo ricevuto in dono dalla sua amata
sposa morente una coppa dorata, conserva
amorevolmente questo
oggetto, che
diventa il simbolo della sua fedeltà al ricordo dell’amata, fino
alla sua propria morte.
La
poesia del 1774 fu successivamente
inserita
dal poeta nella
prima parte del Faust,
che
fu concepita
negli stessi anni e poi pubblicata nel 1808. Nel poema egli
attribuisce
questo canto al personaggio di Gretchen (Margherita), che intende
così esprimere la forza della fedeltà amorosa.
Schubert
compose il Lied nel 1816, quando aveva solo 19 anni, anche se nel
catalogo cronologico porta già il numero 367. Il compositore,
cogliendo la semplicità narrativa del testo, ed in analogia con la
sua chiarezza formale,
sceglie di
comporre un
Lied strofico, nel quale anche la scansione delle frasi è molto
regolare; tuttavia, così come la poesia racchiude nella
sua forma classica un
accento già fortemente romantico, così la musica lo esalta con la
bellezza incantevole della melodia e la pregnanza delle successioni
armoniche.
Dobbiamo
dunque comprendere e pronunciare correttamente il testo, tenendo
anche presente che nei Lieder strofici, anche se la musica non
cambia, il carattere e quindi anche le scelte espressive
possono variare nelle
varie strofe in
base al senso delle parole.
Per
quanto riguarda la pronuncia, consiglio l’ascolto attento di un
grande cantante di madre lingua, quindi i tre che ho citato sono
ottimi: Fischer-Dieskau, Prey, la Ludwig. Si può anche notare come i
cantanti
gestiscano
la pronuncia in funzione delle esigenze vocali, pur
senza mai modificare le parole.
Per
quanto riguarda la comprensione del testo, suggerisco di
fare innanzitutto una
traduzione letterale, parola per parola, che ci permette di entrare
nel
significato
di ogni vocabolo che dovremo esprimere nella
musica;
ed
è importante che questo lavoro preliminare sia svolto personalmente,
con l’ausilio di una buona grammatica e di un buon dizionario. Dopo
questo, sarà utile confrontare qualche buona traduzione già
esistente,
che di solito non è letterale,
ma cerca di rendere, per quanto possibile, l’afflato poetico
dell’originale.
Può
capitare anche di trovare errori nelle traduzioni esistenti. Io ad esempio ho trovato un errore importante proprio nella traduzione di questo Lied, in un sito web che pure, solitamente, è attendibile; mi sono perciò confrontato con la classica traduzione di Giovita Scalvini (1791-1843), poeta italiano contemporaneo di Goethe, e così ho capito le vere intenzioni del poeta, peraltro intuibili dal senso complessivo della poesia. Ne parlo nel video, dove si può trovare anche la traduzione completa del testo.https://youtu.be/KjEdNOULDWY
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