mercoledì 31 agosto 2016

Melodie semplici, architetture complesse

coro
La storia della musica occidentale si è sviluppata spesso nella elaborazione artistica e complessa di materiali semplici, spesso di origine popolare. La grande polifonia del periodo rinascimentale è sovente costruita sulla base di melodie di immediata naturalezza, attorno alle quali il compositore edifica la solenne architettura del contrappunto. Il comporre è perciò propriamente l'arte di mettere insieme elementi diversi, per modellare un'opera che, fondandosi sulla semplicità dei suoi componenti costitutivi, realizza una complessità nobile e solenne.

Prendiamo un esempio tratto dal repertorio francese del XVI secolo. Si tratta di una melodia composta per musicare il testo del Salmo 137 (138 secondo la numerazione ebraica), noto nella versione latina con le parole “Confitebor tibi, Domine”.

Nella versione francese, il testo elaborato dal poeta di corte Clément Marot (1497-1544) inizia con le parole Il faut que de tous mes esprits. Si tratta di un testo di lode e ringraziamento, perché Dio ha soccorso il suo popolo e lo ha liberato dal pericolo, infondendo coraggio e forza all'animo del credente.

La melodia fu adattata da Loys Bourgeois nel 1547, riprendendo materiale già noto e facilmente orecchiabile anche per il popolo orante: si tratta infatti del canto popolare “Une pastourelle gentille”. Nella versione originale, essa è scritta nel modo jonico trasportato a fa, cioè nella forma della scala che darà origine al moderno Fa Maggiore:

Goudimel


Essendo di tessitura piuttosto alta, nelle versioni moderne la melodia è abbassata una terza sotto;di fatto essa è del tutto assimilabile al moderno Re Maggiore:

Ginevra

La bellezza semplice ed efficace di questa melodia è del tutto evidente, a partire dallo slancio ascensionale della prima semifrase, cui segue la risposta coerente e rassicurante della successiva semifrase discendente; il ritmo accentua questo carattere affermativo e solare della melodia. Da battuta 17 l'insistenza nella zona acuta e la mutevolezza dell'accentuazione ritmica danno ulteriore dinamismo al canto, che si conclude poi, alle batt. 25-32, con una frase che riprende elementi già noti, ora racchiusi nell'ambito più ristretto di una quinta per dare un senso di conclusione senza mutarne il carattere costitutivo.

I compositori dell'epoca (ad esempio Claude Goudimel e Claude Le Jeune) hanno compiuto varie elaborazioni polifoniche su questa melodia. Molto suggestiva risulta l'esecuzione del Salmo con alternanze della semplice esposizione monodica (cioè ad una sola voce) e delle varianti più o meno elaborate, come si può ascoltare in questa interpretazione dell'Ensemble Sweelinck di Ginevra:

Ensemble Sweelinck de Genève | Pseaume 138 - YouTube

Infine la troviamo anche in versione italiana, adattata per la liturgia delle chiese (sia protestanti che cattoliche): 

Musica corale
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