sabato 27 ottobre 2012

Rilassamento e movimenti del polso nel suonare il pianoforte

Nicola Sfredda insegnante di pianoforte a Rovereto nel 1987
La tecnica pianistica, finalizzata al benessere della persona che suona, deve essere impostata a partire da una condizione di rilassamento muscolare. I movimenti verticali e laterali del polso aiutano a realizzare questo obiettivo di rilassamento.

Il video, eseguito personalmente dall'autore, esemplifica in modo chiaro la corretta esecuzione dei movimenti e delle posizioni.

Nell'esercizio 2, in particolare, notiamo come sia utile eseguire un movimento verticale del polso per appoggiare il peso del braccio sul primo suono di ogni formula; nei suoni successivi il polso si rialza progressivamente ed esegue anche dei piccoli movimenti laterali, orientando la mano verso il pollice o verso il mignolo, in modo che ogni dito sia perpendicolare al suo tasto nel momento in cui deve agire.

Il modo di attacco si definisce come "legato sciolto", intendendo un attacco che lega i suoni uno all'altro, ma preoccupandosi più della scioltezza delle dita che della assoluta continuità del legato.

La serie completa dei 42 esercizi progressivi di tecnica pianistica descrive ognuna delle tecniche fondamentali per imparare a suonare il pianoforte in modo corretto, rilassato, finalizzato al benessere della persona.

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martedì 2 ottobre 2012

Lo studio delle doppie note al pianoforte

La tecnica delle doppie note è il più complesso tra i meccanismi dell'esecuzione pianistica. Si tratta di suonare successioni di due suoni simultanei con la stessa mano, spesso ad alta velocità. Ad esempio (Chopin, Studio per le terze, op. 25 n. 6):
Chopin, Etudes pour piano

Oppure (Chopin, Studio per le seste, op. 25 n. 8):
Chopin, Etudes pour piano

La tecnica delle doppie note richiede una sintesi di tutti i movimenti necessari al meccanismo pianistico: l'appoggio del peso del braccio, l'articolazione delle dita, i movimenti laterali della mano in funzione della perpendicolarità del dito in uso. Inoltre è necessario controllare il rilassamento del braccio, dell'avambraccio e della mano, anche mediante piccoli movimenti del polso, del gomito e della spalla. A questo livello di studio si deve aver già maturato la consapevolezza sensoriale dei movimenti, delle posizioni e delle strategie utili ad evitare l'irrigidimento.

Per realizzare questa complessità di obiettivi, nella mia raccolta di 42 Esercizi progressivi di tecnica per pianoforte (La tecnica per il benessere del pianista) sviluppo la materia in dieci esercizi, che sono appunto concepiti in modo da condurre progressivamente alla soluzione della difficoltà.

Dapprima si affronta il movimento di articolazione delle dita, che rappresenta un perfezionamento di una tecnica già acquisita nella prima sezione del metodo.

Poi si procede allo studio delle doppie note, in particolare le successioni di terze e di seste, ma anche di quarte e di quinte (benché meno comuni nel repertorio classico).

Una particolare cura è data poi ai passaggi di dita sopra altre dita, in modo analogo a quanto studiato con il pollice per lo studio delle scale, ma qui esteso ad altre dita; ad esempio: il quarto, il terzo, il secondo dito passano sopra il quinto, oppure il quinto passa sotto il quarto, il terzo, il secondo.

Si procede poi con lo studio delle scale in doppie note ed infine con un esercizio di riepilogo, che riassume non solo la tecnica delle doppie note, ma in fin dei conti tutti principali movimenti del meccanismo pianistico:

Esercizi per pianoforte

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sabato 22 settembre 2012

42 esercizi progressivi di tecnica pianistica

Tastiera pianoforte

Oltre trenta anni di esperienza nella didattica del pianoforte


I 42 esercizi di tecnica pianistica sono stati da me concepiti negli anni Ottanta del secolo scorso. Dopo aver conseguito il diploma di pianoforte presso il Conservatorio di Milano nell'anno 1980, ho cominciato a praticare l'attività di pianista ed al tempo stesso mi sono dedicato all'insegnamento.

Ben presto ho maturato la mia concezione didattica, che ha prodotto, tra l'altro, una attenta riflessione sui meccanismi dell'esecuzione pianistica, anche mediante una assidua lettura dei più importanti testi prodotti sull'argomento nella storia della didattica dello strumento.

Benessere

Educazione liberante per il benessere della persona


L'aspetto che ho subito ritenuto fondamentale, nello studio dello strumento, è la congiunzione di obiettivi che riguardano l'educazione liberante del corpo, dell'emotività, dell'intelletto e della spiritualità, in una visione olistica che implica la compartecipazione coordinata di tutte le facoltà umane e quindi esclude la separazione dei singoli elementi.

In questi esercizi affrontiamo prevalentemente l'aspetto dei corretti movimenti e posizioni utili ad un meccanismo strumentale che tenga conto di questa fondamentale esigenza di benessere dello strumentista.

Pianoforte a codaImparare a suonare il pianoforte in 42 esercizi


Il testo si propone di riassumere tutti i principali aspetti del meccanismo pianistico, suddividendoli in 42 esercizi. La materia è articolata in 10 sezioni, che affrontano le varie difficoltà con un ordine progressivo.

Ogni tavola comprende indicazioni sulle Modalità di studio, le varie Formule dell'esercizio, la descrizione dei Movimenti da compiere e lo Sviluppo dell'esercizio, cioè tutte le varianti nell'alternanza dei tasti e delle relative diteggiature.

I video che corredano ogni lezione esemplificano l'esecuzione di ogni esercizio. Eseguiti personalmente dall'autore, intendono fornire una immediata visione del corretto modo di intendere movimenti e posizioni.

La suddivisione degli esercizi segue un criterio preciso di progressione delle difficoltà, che si chiarisce nel corso del testo; è perciò consigliabile seguire l'ordine proposto. 

Il testo è reperibile sul sito a questo link.

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martedì 18 settembre 2012

La forma musicale nel Tema della Sonata K 331 di Mozart

Mozart

Una piccola analisi musicale, utile per capire la musica e suonare bene il pianoforte

Nella forma "Tema con Variazioni", il tema è una breve composizione compiuta, che possiamo chiamare "forma-Lied" (o anche, in italiano, Canzone); la forma-Lied può essere bipartita oppure tripartita.

La forma-Lied più semplice è di solito bipartita, in sedici battute, che possono essere suddivise in due periodi di otto battute ciascuno e ognuno di essi può essere suddiviso in due frasi di quattro battute ciascuno. Perciò: (4+4)+(4+4)=16.

Nella analisi della melodia possiamo notare forti somiglianze tra le frasi: la seconda frase può essere così simile alla prima che, se chiamiamo 'a1' la prima, la seconda può essere chiamata 'a2'; con questa successione 'a1'+'a2' (4+4) si conclude il primo periodo, che di solito è delimitato dal segno di ritornello.

Nel secondo periodo, la terza frase è spesso un po' contrastante (la chiameremo perciò 'b'), mentre la quarta di solito riprende la situazione della prima o, più spesso, della seconda, perciò 'a2'.

La forma bipartita è dunque caratterizzata spesso (non sempre!) dalla successione 'a1-a2-b-a2'.

Altra cosa è la forma-Lied tripartita, nella quale riconosciamo tre periodi (ad esempio: 8+8+8=24 battute).
Ma non è il caso della nostra Sonata K 331.

Analogie con le forme letterarie

Abbiamo capito da questa breve descrizione che la musica, in particolare nello stile "classico", presenta regole e strutture formali, né più né meno di quanto accade nelle forme letterarie.

Il Tema della Sonata K 331

Torniamo ora al nostro tema K331: notiamo che le batt.1-4 sono la frase 'a1', le batt. 5-8 sono la frase 'a2' (quasi uguale alla prima, cambia solo la cadenza), ed entrambe costituiscono il primo periodo. Poi le batt. 9-12 costituiscono una situazione un po' diversa ('b', ma potremmo anche dire 'a3', notando la struttura melodica molto simile) e poi ancora le batt. 13-16 rappresentano la ripresa di 'a2'. Qui accade la sorpresa: troviamo ulteriori due battute (batt. 17-18),aggiunte in fondo alla forma.

Mozart, Sonata K 331

La libertà e la regola nell'arte della musica

La domanda a questo punto sarà: perché Mozart scrive una forma-Lied bipartita e però aggiunge due battute e ne fa 18 anziché 16? La risposta è fin troppo semplice: perché Mozart è Mozart! O meglio: perché le regole della composizione non sono mai vincoli rigidi di fronte all'obiettivo di una creatività artistica che si gioca sempre sulla dialettica tra regola e libertà.

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giovedì 13 settembre 2012

Suonare il pianoforte e cantare anche in età adulta

Pianoforte

Musica in ogni età della vita  


In tanti anni di lavoro ho sperimentato che si può imparare a suonare il pianoforte e a cantare in ogni età della vita, senza sforzo, senza fatica, ma piuttosto con divertimento e soprattutto con grande benessere per il corpo e per tutta la persona.

Dunque, si può cominciare anche in età adulta! Molte persone sono ormai convinte di quello che ti sto dicendo, anche se purtroppo questo modo di insegnare non è ancora molto diffuso.

Mi è capitato di recente di postare su un social network internazionale, molto diffuso nel mondo, un quesito semplice semplice: "E' possibile iniziare a studiare pianoforte in età adulta?".

Ho ricevuto una valanga di risposte! Ho scatenato un grande dibattito.

E, incredibilmente, ho notato che la maggior parte delle risposte era affermativa: sì, si può imarare a suonare il pianoforte e a cantare anche in età adulta.
   

Ti riporto alcune risposte:


Enia da San Paolo del Brasile scrive: Concordo plenamente com Nicola. A Música é fundamental no ensino em qualquer estágio de formação escolar, Pre ou pós-escolar, é para toda a vida...não termina nunca.!!!!  (Sono pienamente d'accordo con Nicola. La musica è fondamentale in qualsiasi fase della formazione scolastica, pre o post-scolastica, è per tutta la vita ... non finisce mai!)

Corrado, dal Ticino, scrive: Concordo pienamente con Nicola, la ritmica viene applicata prima perchè aiuta a conoscere il proprio corpo,le emozioni da trasmettere ma anche ricevere.


Jenny, da Nottingham, scrive: Of course it is ... I have students over 60 (Sì, certamente è possibile... Io ho studenti sopra i sessanta anni).


Donna, da Boston, scrive: Yes, yes, YES! Of course it's possible. The amount of progress you make will depend on your dedication and commitment, the quality of teaching, the level of communication and trust between you and your teacher, and your  coordination, intelligence and musical qualities. All these parameters will change from time to time. Music is a wonderful gift. Good luck to you. Patience and discipline will help too!! (Sì, sì, SI'! Certo che è possibile. La quantità di progresso che farai dipenderà dalla tua dedizione e impegno; dalla qualità dell'insegnamento, dal livello di comunicazione e di fiducia tra te e il tuo insegnante, e dalla tua coordinazione, intelligenza e qualità musicali. Tutti questi parametri potranno variare di volta in volta. La musica è un dono meraviglioso. Buona fortuna a te. La pazienza e la disciplina ti aiuteranno!!)


Suonare il pianoforte e cantare: coraggio, è possibile!


Basta dunque con la paura! Basta con la soggezione di fronte alla musica! Basta con le frustrazioni!

Libera il tuo corpo, le tue emozioni, il tuo vissuto interiore!

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giovedì 23 agosto 2012

Come studiare l'Improvviso op.90 n.3 di Schubert

Studiamo l'Improvviso op. 90 n. 3 per pianoforte di Schubert

Ecco una spiegazione più dettagliata di quanto sommariamente accennato in un post precedente: vogliamo studiare l'Improvviso op. 90 n.3 di Franz Schubert (1827) ed in particolare la battuta 10, nella quale si presenta una situazione di questo tipo (ricordo che abbiamo sei bemolli in chiave, tempo 4/2, Andante):

Il problema di tecnica pianistica posto da questo esempio (e da, quello, analogo, di batt.12 affrontato nel post precedente) è la compresenza, nella sola mano destra, di due differenti situazioni musicali, che richiedono due diversi approcci dal punto di vista della tecnica che deve realizzarli: abbiamo infatti una linea di canto nella parte superiore e una parte di accompagnamento nella parte inferiore; la stessa mano deve eseguire due cose diverse simultaneamente e deve avere dunque la capacità di realizzare due tipi di sonorità diversa; tutto questo va fatto, ovviamente, senza irrigidirsi.

Tecnica pianistica complessa

Si tratta in questo caso di una tecnica complessa ed uso questo aggettivo avvertendo che esso non coincide necessariamente con l'aggettivo difficile: piuttosto si tratta di una molteplicità e compresenza di situazioni. Ovviamente essa richiede comunque un certo livello di abilità pregressa. Non a caso, nella mia raccolta di 42 Esercizi di tecnica pianistica, questa tecnica occupa la scheda (e il video corrispondente) numero 26, trovandosi nella settima sezione, dedicata alla polifonia.

Esercizi per lo studio

Il mio primo consiglio consiste nello studiare a parti separate, analogamente a quanto si fa quando si studia a mani separate: in questo caso studiamo separatamente le due parti compresenti nella stessa mano. Iniziamo con la parte di canto, ovviamente mantenendo la diteggiatura prevista:
 Esempio musicale: studio della parte superiore della mano destra

Sul 're bemolle' dobbiamo appoggiare il peso del braccio, secondo la tecnica nota (posizione del quinto dito spiovente sopra il tasto, abbassamento del polso); sul primo 'do bemolle' dobbiamo curare un poco di appoggio ma considerando il diminuendo indicato, sarà perciò utile rialzare leggermente il polso; la manovra è resa più difficile dalla necessità di usare lo stesso dito cercando però di legare (sarà piuttosto una illusione di legato, poi aiutata necessariamente dall'uso del pedale); sul secondo 'do bemolle' dovremo dare nuovamente un piccolo appoggio, riabbassando il polso, però mantenendo l'intenzione di diminuendo (notiamo comunque la maggiore importanza ritmica di questo secondo 'do bemolle', che perciò avrà naturalmente un piccolo sostegno espressivo: prova a cantare le tre note e ciò ti sarà chiaro).

Ora studiamo gli arpeggi della parte inferiore, ovviamente anche qui rispettando la diteggiatura prevista:
 Esempio musicale: studio della parte interna nella mano destra

In questo caso dobbiamo curare l'uniformità del suono, più piano del canto, omogeneo, legato,curando anche in questo caso il diminuendo. Dovremo eseguire questi suoni legando, con articolazione delle dita ridotta al minimo (dita vicine ai tasti) e con i piccoli movimenti laterali della mano che assicurano morbidezza e rilassamento.

Dopo ciò, cercheremo di unire le due tecniche in esecuzione simultanea.

Potremmo anche pensare ad un ulteriore esercizio preliminare, realizzato in questo modo:
 Esempio musicale: esercizio per l'appoggio del peso del braccio nella polifonia

Qui occorre appoggiare il peso del braccio sulle note del canto ed eseguire un leggerissimo staccato sugli accordi interni. Si potrà obiettare che si tratta in questo caso di una tecnica diversa dalla precedente (eseguire accordi è diverso da eseguire arpeggi), però io ritengo sia un buon esercizio propedeutico, perché sviluppa ugualmente in modo efficace la sensazione di questa differenza di peso tra parti diverse della stessa mano.

Altri esempi nell'Improvviso di Schubert

La battuta 1 del pezzo è più semplice e, nella sua scrittura, veramente esemplare di questo tipo di tecnica; meno difficile dell'esempio precedente, perché i suoni del canto sono sempre in corrispondenza di pause della figurazione interna:
Esempio musicale: la battuta 1 dell'Improvviso op. 90 n. 3 di Schubert

Ed ancora più esemplare questo passaggio, a battuta 3:
Esempio musicale: movimenti da battuta 3 dell'Improvviso op. 90 n. 3 di Schubert

Romanza senza parole

Il risultato è sicuramente efficace, credimi: sperimentato su me stesso e su molti studenti. Siamo pronti per abbandonarci all'arte sublime di questo sommo compositore, a questo Lied ohne Worte (Canto, ossia Romanza, senza parole) che esprime in modo altissimo la sua poetica.

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