venerdì 20 novembre 2015

Il metodo di studio più efficace per il pianoforte

Lezioni di musica
Nella didattica tradizionale del pianoforte (e della musica in generale) si insiste molto sulla disciplina e sullo "sforzo" necessario per conseguire un risultato. Mi sembra invece più utile sottolineare l'importanza di un corretto metodo di studio, che è la base per ogni successo nella applicazione. Infatti, noi potremmo dedicare ore e ore alla esercitazione, senza raggiungere risultati soddisfacenti, se non fossimo sorretti da un metodo di studio adeguato.

A questo aspetto del metodo di studio ho dedicato anni ed anni di riflessione e di sperimentazione, partendo dalla didattica tradizionale e abbandonandola progressivamente per giungere (già da oltre venti anni) a risultati più efficienti e produttivi. Il metodo che propongo mi ha permesso di realizzare con risultati più che soddisfacenti tutti i miei concerti, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.

Lo studio musicale di un pezzo pianistico (piccolo o grande che sia), si suddivide nelle tre fasi che ormai ben conosciamo: ritmica corporea, vocalità, applicazione strumentale. È molto importante capire che i princìpi del metodo e le sue fasi applicative sono uguali, sia al livello del principiante che al livello del professionista maturo.

Prima fase: ritmica corporea

Il punto di avvio è una lettura gestuale del testo: mediante la ritmica corporea assumiamo ogni necessaria conoscenza di tutte le informazioni contenute nella scrittura musicale e quindi l'indicazione dei parametri del suono (ritmo, altezza, intensità, timbro, articolazioni del suono, cioè legato, staccato.ecc.); a ciò possiamo aggiungere ogni altra nostra scelta che vorremo assumere, in particolare riguardo il fraseggio e dunque le accentuazioni (che spesso non sono esplicitate nel testo musicale, ma implicate dallo stile musicale).

Risulta chiaro dunque che, già in questa fase, non è corretto uno studio meccanico che pretenda di prescindere dal risultato musicale. E non è corretto ipotizzare uno studio preliminare con uguaglianza di suono che venga poi sostituito in una ipotetica fase successiva da uno studio delle varianti espressive del suono, che viceversa sono costitutive e caratterizzanti la natura di questo strumento e obiettivo di ogni esecuzione musicale.

La lettura gestuale utilizza dunque le tecniche della ritmica corporea; nel suo livello più avanzato essa si identifica con il gesto del direttore d'orchestra o di coro.

(segue al prossimo post!)

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martedì 22 settembre 2015

L'arte della collaborazione pianistica nel Lied

Gerald Moore e Victoria de los Angeles


Uno studente di pianoforte può scoprire una vocazione particolare specializzandosi nella musica vocale da camera.

Il pianista inglese Gerald Moore (1899-1987) è passato alla storia come uno dei più famosi collaboratori di cantanti nel genere liederistico.

Nel suo libro "The Unashemed Accompanist" ("L'accompagnatore sfacciato") descrive il valore e il significato di questa particolare attività artistica. La sua conclusione è che il pianista collaboratore nella musica vocale da camera deve possedere tutto il deposito dei sentimenti umani, una fonte inesauribile di poesia, fuoco e romanticismo, ossia un cuore. In altre parole: è necessario, ma non sufficiente, avere una buona tecnica strumentale; occorre sentire il valore poetico dell'arte musicale.

Un esempio mirabile è dato dal Lied di Franz Schubert An die Musik (Alla musica), su testo di Franz von Schober:

Du holde Kunst, in wieviel grauen Stunden,
Wo mich des Lebens wilder Kreis umstrickt,
Hast du mein Herz zu warmer Lieb entzunden,
Hast mich in eine beßre Welt entrückt!

Oft hat ein Seufzer, deiner Harf' entflossen,
Ein süßer, heiliger Akkord von dir
Den Himmel beßrer Zeiten mir erschlossen,
Du holde Kunst, ich danke dir dafür!

Tu,arte soave, in quante grigie ore, 
quando il male di vivere mi assaliva, 
con il tuo caldo amore mi hai acceso il cuore, 
estasiandomi in un mondo migliore! 

Spesso un sospiro, uscito dalla tua magica arpa, 
un dolce, santo accordo ricevuto da te, 
mi ha aperto il cielo di un tempo migliore, 
o arte soave, ti ringrazio per questo! 

Il pianoforte "canta", proprio come la voce umana: accade nella introduzione (il canto è dato alla parte inferiore del pianoforte, suonato dalla mano sinistra) e poi nella frase pianistica conclusiva delle due strofe (nella parte superiore, data alla mano destra). 

Un esempio meraviglioso di questa arte interpretativa del Lied è dato dallo stesso Moore, ad esempio nella celebre esecuzione del 1957 con il soprano Victoria De Los Angeles.

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sabato 4 aprile 2015

Un mottetto di Salieri

Antonio Salieri
Antonio Salieri (1750 - 1825), compositore italiano nato a Legnago nel Veneto, fu maestro di cappella nella corte imperiale degli Asburgo a Vienna. E' famoso anche per essere stato insegnante di compositori importanti come Beethoven, Schubert e Liszt.

Il mottetto "Confirma hoc Deus" (Offertorio per la Pentecoste) risale al.1809. Il testo è tratto dal Salmo 67/68, vv.28-29: "Conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!  Nel tuo tempio, che sovrasta Gerusalemme, i re ti porteranno doni."

Si tratta di un'opera corale di semplice fattura e nobile impianto, che può essere cantata senza grandi difficoltà anche da un coro amatoriale. Due temi musicali si alternano in una forma classica ed elegante.

Propongo dunque anche per questa composizione dei semplici files audio, che permettono ai cantori di ogni sezione di imparare la singola parte.

Studio della parte dei soprani

Studio della parte dei contralti

Studio della parte dei tenori

Studio della parte dei bassi

Ecco la partitura:


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venerdì 20 marzo 2015

Studio di un inno corale inglese di Samuel Wesley

Methodist ChurchSamuel Sebastian Wesley (1810-1876) fu un organista e compositore inglese.

Nato a Londra, discendeva dalla famiglia dei fondatori del movimento metodista, il Risveglio della Chiesa Anglicana.

Il suo inno denominato Aurelia, presente nella raccolta Selection of Psalms and Hymns, a cura di C. Kemble, edita nel 1864, è tuttora cantato nei paesi di lingua inglese, in particolare con le parole Another year is dawning (Un altro anno inizia).

In Italia invece si canta con il testo Sol Cristo è della Chiesa di Eduardo Taglialatela (1875-1937), pastore della Chiesa Metodista Episcopale e poi docente universitario di filosofia e pedagogia a Messina e a Catania.

Il testo di Taglialatela esprime il fondamento della Chiesa in Cristo; può essere quindi cantato nella festa di Pentecoste. La versione inglese corrispondente è "The Church's one foundation".

La musica è tipicamente ottocentesca, poggiandosi su armonie dolcemente dissonanti, che ne accentuano il carattere espressivo e affettuoso.

Ecco la musica:
Wesley


 Ed ecco i files audio, registrati dal vivo al pianoforte: per i soprani, per i contralti, per i tenori, per i bassi

Volendo, si può esercitare l'esecuzione polifonica con un ascolto realizzato in formato MIDI.

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venerdì 27 febbraio 2015

Lezione preliminare di pianoforte



Ecco un video che presenta in pochi minuti la lezione preliminare per iniziare a suonare il pianoforte: una attività benefica per il corpo e per tutta la persona.

Nel video sono spiegati in modo semplice i fondamenti di una corretta impostazione allo strumento.

Si chiarisce che una condizione di rilassamento muscolare è funzionale ad una corretta esecuzione. La pulsazione ritmica sta alla base dei nostri movimenti coordinati e tutto ciò corrisponde proprio alla fisiologia della nostra respirazione naturale, nelle due fasi di inspirazione ed espirazione.

Dalla natura stessa del nostro corpo scaturisce la musica!

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venerdì 13 febbraio 2015

Studio del mottetto "If ye love me" di Thomas Tallis

If ye love meThomas Tallis (1505 ca. - 1585) è stato un grande musicista inglese del XVI secolo, organista e compositore nella cappella della Corte Reale. La sua opera ha anche un grande valore ecumenico perché, pur restando fedele alla confessione cattolica, ha lavorato per il servizio liturgico della nuova Chiesa Anglicana.

Il mottetto If ye love me è basato sul testo dell'Evangelo di Giovanni, al capitolo 14, versetti da 15 a 17:

If ye love me, keep my commandments. And I will pray the Father, and he shall give you another Comforter, that he may abide with you for ever; even the Spirit of truth.

(traduzione)

Se mi amate, tenete (conservate) i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, e Lui vi darà un altro Consolatore, che possa abitare con voi per sempre, proprio lo Spirito di verità.

L'esecuzione del mottetto non è particolarmente difficile per un coro amatoriale: prevalgono i gradi congiunti (cioè i suoni contigui nella scala musicale); la polifonia è semplice e l'effetto straordinariamente efficace, nella espressione fervida della Parola di Dio.

Ecco la parte musicale, in Fa (una quarta sopra rispetto alla tonalità originale), che si usa abitualmente nei cori amatoriali:






Propongo dei files audio, nei quali faccio esercitare, in ogni sezione, ogni singola frase: dapprima mediante la lettura ritmica del testo, poi con l'ascolto ripetuto di ogni frase. Dopo ciò, propongo di esercitare due o tre frasi contigue ed infine l'intera parte di ogni singola sezione.

Ascolta la sezione dei soprani: Tallis, If ye love me, soprani

Ascolta la sezione dei contralti: Tallis, If ye love me, contralti

Ascolta la sezione dei tenori: Tallis, If ye love me, tenori

Ascolta la sezione dei bassi: Tallis, If ye love me, bassi


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sabato 7 febbraio 2015

L'apprendimento di un Corale di Bach, frase per frase

BWV 147Possiamo imparare a cantare un Corale di Bach con un semplice ausilio didattico preparato allo scopo. Non è proprio per principianti, sia per la grande qualità dell'autore, sia per la necessità di usare il testo tedesco (le traduzioni non sono consigliabili). Tuttavia, scegliamo il celeberrimo Corale "Jesus bleibet meine Freude" BWV 147, che non è certo tra i più difficili.

Un file audio può essere preparato mediante esecuzioni dal vivo alla tastiera:  un organo elettronico, oppure un pianoforte. La scelta del pianoforte è preferibile perché il pianoforte realizza più efficacemente il fraseggio musicale, mediante le variazioni di dinamica e le accentuazioni; presenta comunque lo svantaggio di non riprodurre la voce umana e le parole del testo.

Per ovviare a questo inconveniente, molti cori utilizzano altri metodi di studio: il più utilizzato è la realizzazione delle parti in formato MIDI. Questa tecnica presenta indubbiamente alcuni vantaggi: innanzitutto permette ai cantori di ascoltare la parte singola, ma anche la parte inserita all'interno della polifonia; inoltre, mediante un nuovo sistema tecnologicamente avanzato, è possibile ascoltare addirittura le parole del testo, rese sempre con procedimento di elaborazione elettronica.

La nostra perplessità, riguardo l'uso del MIDI; consiste nella meccanicità antimusicale dell'effetto, che esclude non solo le variazioni dinamiche e le accentuazioni, ma persino i respiri e la naturale mobilità agogica. Anche l'esecuzione del testo può presentare problemi di accentuazione e di pronuncia. I continui perfezionamenti tecnici stanno cercando di adeguare il mezzo meccanico anche di fronte a questi inconvenienti, tuttavia siamo ancora lontani da un risultato che possa essere considerato simile a quello di una esecuzione umana.


Propongo pertanto dei files audio didattici eseguiti dal vivo. Introduco innanzitutto la lettura del testo:

Jesus bleibet meine Freude,
Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide,
Er ist meines Lebens Kraft,
Meiner Augen Lust und Sonne,
Meiner Seele Schatz und Wonne;
Darum lass ich Jesum nicht
Aus dem Herzen und Gesicht.

 (traduzione)

Gesù rimane la mia gioia,
la speranza e la linfa del mio cuore,
Gesù mi protegge da ogni dolore,
è la forza della mia vita,
la delizia e il sole dei miei occhi,
il tesoro e la felicità della mia anima;
perciò non lascio Gesù
dal mio cuore e dalla mia vista.

La parte musicale: 
Jesus bleibet meine Freude


Ecco dunque la lettura ritmica del testo. Ascolta: Bach, Jesus bleibet meine Freude, lettura ritmica

Nei files audio dedicati alle singole sezioni, propongo la lettura ritmica di ogni singola frase, seguita poi dall'ascolto musicale: ad ogni frase si propone la ripetizione immediata della linea musicale. Ascolta: Bach, Jesus bleibet meine Freude, soprani

Per i contralti, per abituare l'orecchio è previsto anche l'ascolto della loro parte insieme a quella dei soprani, che nell'esecuzione dal vivo spesso inganna le cantore meno esperte. Ascolta:  Bach, Jesus bleibet meine Freude, contralti

Ascolta ora la parte dei tenori: Bach, Jesus bleibet meine Freude, tenori

Ed infine la parte dei bassi; anche questa prevede alla fine l'ascolto insieme alla parte dei tenori. Ascolta la parte dei bassi: Bach, Jesus bleibet meine Freude, bassi

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giovedì 29 gennaio 2015

Temi della poetica romantica nei Lieder


Il Lied (plurale Lieder) è il genere musicale tipico del Romanticismo tedesco, l'incontro sublime tra la poesia e la musica.
Leggendo i testi delle poesie dei Lieder, possiamo individuare alcuni tra i temi più tipici della poetica romantica tedesca. La stagione primaverile, con le immagini degli uccellini, dei prati verdi, dei fiori, rappresenta il fiorire dei migliori setimenti e ideali dell'anima, mentre al contrario l'inverno con il freddo, l'oscurità, il vento impetuoso, è rappresentazione della solitudine, della lontananza, della perdita. In Winterlied di Mendelssohn si nota come il quadro naturalistico sia inserito in un contesto di leggenda nordica, che rafforza il sentimento con il suo carattere narrativo e misteriosamente evocativo. 
 
Ed arriviamo a toccare la parola chiave, il luogo tipico, la Sehnsucht, quel sentimento di nostalgia, di struggimento, che è orientato alle persone e alle cose perdute, certamente, ma anche, e soprattutto, a quelle irraggiungibili, a desideri e sogni anche indefiniti; quell'anelito all'infinito che esprime il senso più profondo della crisi romantica e che Kierkegaard (1844) espliciterà nel termine angoscia (Angst in tedesco, in danese Angest).

Suleika, canto di amore struggente e ardente nostalgia, è un testo del sommo poeta Goethe. E poi il tema dell'errare, il viaggiare, la vitalità accesa del viandante (qui è Heine il poeta di riferimento), cui si contrappone la nostalgia della terra natale e della giovinezza perduta.

E ancora, l'artista vola sulle ali del canto (Auf Flügeln des Gesanges): è il canto spiegato, ideale supremo del Romanticismo musicale; la voce umana come modello anche per gli strumenti, a partire dal pianoforte: ed ecco dunque i Lieder ohne Worte (Canti, ossia Romanze senza parole). Ed infine il fiabesco come descrizione narrativa di ciò che è oscuro e nascosto all'analisi razionale: la ridda delle streghe, il demoniaco, gli spiriti benefici o malefici che rappresentano la parte oscura e segreta di ogni persona, anticipazione evidente di ciò che in ambito scientifico scoprirà la psicoanalisi.


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sabato 10 gennaio 2015

L'educazione e la musica nell'antica Grecia

Musa della danzaNella cultura della Grecia antica il pensiero pedagogico sviluppò la riflessione sulle finalità dell'educazione, sintetizzate nel concetto di ἁρετή (aretè), che indica abilità, eccellenza, forza, agilità, ma anche qualità morali, quali ad esempio la bontà, il coraggio; si potrebbe sintetizzare tutto ciò con la parola virtù (virtus in latino), cioè lo sviluppo di tutte le migliori qualità di comportamento e di pensiero, che possono essere realizzate mediante l'educazione.
Mentre a Sparta prevaleva una cultura militare e l'educazione era dunque rigidamente orientata ad una dura disciplina del corpo e dell'animo, la civiltà di Atene sviluppò (a partire dal VI sec. a. C.) concetti nuovi, che hanno influenzato tutta la cultura occidentale successiva: la forma sociale della democrazia (dovuta allo sviluppo delle attività commerciali e mercantili) significava anche l'emancipazione del singolo individuo da una rigida sottomissione alla collettività; il diritto venne regolamentato da leggi scritte, secondo l'ideale della δίκη (dìke), che significa regola, da cui diritto e quindi giustizia; l'educazione dei fanciulli, παιδεία (paidèia), non fu più limitata ai valori della guerra e dell'ardimento fisico, ma comprese una sensibilità estetica, definita μοΰςα (musa), cioè la cultura delle Muse, da cui deriva anche, etimologicamente, la parola musica; l'obiettivo più alto dell'educazione fu la πολυμάθεια (polimàzeia), cioè la conoscenza di molti saperi, per conseguire la καλοκαγαθία (kalokagathìa), parola che sintetizza gli aggettivi bello e buono e dunque esprime la sintesi di tutte le virtù, sia estetiche che morali.
In questo progetto educativo, la musica e la danza ebbero un grande rilievo, integrate in un ideale di armonia euritmica tra corpo e psiche.
Si tratta in conclusione di una educazione disinteressata, cioè non finalizzata ad un obiettivo strumentale o al semplice apprendimento di una professione.

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