sabato 29 ottobre 2011

Suonare Bach, suonare canzoni moderne

Riporto nel blog la mia risposta ad un giovane pianista che si chiedeva come mai, avendo imparato con diligenza a suonare abbastanza bene alcuni dei "23 Pezzi Facili" di Bach, non sapesse però eseguire in maniera soddisfacente canzoni moderne; lui citava ad esempio la celeberrima "Smoke gets in your eyes".

In realtà si tratta di generi musicali diversi che richiedono approcci diversi: saper suonare Bach non significa automaticamente saper suonare le canzoni moderne.

Quando mi è capitato di dover rispondere a richieste nel genere "pop moderno" (chiamiamolo così, per intenderci), nel quale non sono molto esperto (anche se lo apprezzo e lo ascolto fin dall'infanzia), ho usato il criterio di ascoltare con attenzione le esecuzioni: oggi con "YouTube" è molto comodo. Cerco di fare (o di far fare all'allievo) un ascolto attento di tutti i parametri: altezza dei suoni (melodia e armonia), fraseggio ritmico (swing), strumentazione, stile vocale; poi trascrivo (trascriviamo) su pentagramma. Credo sia in ogni caso un ottimo esercizio.

Ad esempio, lo scorso anno mi è capitato di trascrivere "Nessuno", la canzone cantata da Mina, credo del 1959, che tra l'altro prevede nell'originale un "solo" strepitoso per sax. Lo abbiamo realizzato in Conservatorio in una esecuzione per voce, sax tenore e pianoforte: personalmente mi sono molto divertito!


La foto che riproduco si riferisce al "mitico" Quartetto Cetra, che ho amato moltissimo quando ero bambino: e ribadisco anche oggi, "con il senno di poi", che erano bravissimi nel loro genere.

PS: poi torno sempre a Bach, ma questo è un altro discorso...

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martedì 18 ottobre 2011

Rondò "Alla Turca" di Mozart

Ecco un'altra pagina della storia della musica pianistica che ha superato i confini della fruizione colta e ha raggiunto la diffusione di un fenomeno di massa. Il Rondò "Alla Turca" è una composizione amata da tutto il vasto pubblico e, anche in questo caso, notiamo la predilezione che le riservano in particolare i bambini. Io credo che nel caso di questi successi ci sia qualche motivo che va al di là delle spiegazioni più consuete, quelle che rimandano ad analisi di ordine sociologico o delle logiche di mercato. Evidentemente ci sono casi in cui la creatività dei grandi autori incontra i meccanismi profondi della percezione delle persone, al di là del livello di competenza musicale.

Il Rondò è il terzo movimento di una Sonata in La Maggiore, K 331, che Wolfgang Amadeus scrisse nel 1778; la parte finale ("Coda") fu aggiunta alcuni anni dopo. Evidentemente il compositore intendeva ispirarsi, con fare bonario e piacevolmente divertito, alla musica militare delle bande dei Giannizzeri, che erano presenti su tutto il territorio asburgico e quindi anche in Austria. Sentiamo infatti l'imitazione dello stile militare e popolaresco, percepiamo il rullo dei tamburi e ci sembra quasi di immaginare il tintinnio del triangolo e dei sonagli.

Il pezzo viene anche comunemente indicato come "Marcia Turca" perché in effetti è una marcia, cioè un tempo binario che segue la scansione regolare dell'alternanza nel movimento ritmico delle nostre gambe.

La musica è costituita da una alternanza di idee musicali scoppiettanti, ora vagamente inquiete e maliziose, ora più brillanti, ora scatenate in un allegro virtuosismo.

L'esecutore deve essere accorto nell'uso della sua  tecnica, alla quale sono richieste prestazioni di vario tipo. Con un breve video (che segue quello di "Per Elisa") desidero fare omaggio di una mia esecuzione, nella quale evidenzio con il "primo piano" le posizioni e i movimenti più corretti per una efficace realizzazione pianistica.

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venerdì 7 ottobre 2011

Per Elisa di Beethoven

Beethoven era un compositore maturo, non un principiante, quando scrisse questa celebre "pagina d'album", tanto amata ancora oggi dal pubblico degli ascoltatori ed anche dai bambini.
Non era certo un principiante: aveva infatti già scritto sei delle sue nove Sinfonie, ventisei delle sue trentadue Sonate per pianoforte e tutti i cinque Concerti per pianoforte ed orchestra.
Il giorno 27 aprile 1810 il compositore quarantenne dedicò questo breve pezzo ad una Elise, che forse era una Therese e forse una Elizabeth..

Con questa composizione, come con altre sue "bagatelle", Beethoven anticipò l'uso della forma breve pianistica, che poi divenne tipica nei compositori romantici, quali ad esempio Chopin e Schumann.

La breve composizione è in forma di Rondò, nel quale il tema principale, in la minore, si alterna ad altri episodi, ora lirici, ora drammatici, secondo una sequenza A-B-A-C-A.

Il ritmo elastico del celebre tema iniziale, il suo esitare nell'alternanza di due suoni, ci danno l'idea di una domanda, oppure di un sospiro, un delicato indugiare dell'anima in cerca di qualcosa e, in definitiva, di se stessa.

Mi pare molto importante eseguire questa pagina con una elasticità ritmica che dia il senso di questo esitare. Nella effusione lirica del secondo episodio, il pianoforte evoca esplicitamente la vocalità: pensiamo ad una voce femminile acuta e leggera.

La postura e i movimenti del corpo, l'elasticità e la scioltezza della mano, dell'avambraccio e del braccio, di tutto il corpo, sono dunque necessari non solo per il benessere dell'esecutore, ma anche per riuscire ad ottenere dallo strumento le infinite sfumature della sua tavolozza sonora.

Con un breve video desidero fare omaggio di una mia esecuzione, nella quale evidenzio le posizioni e i movimenti più corretti per una efficace realizzazione pianistica.

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