venerdì 9 febbraio 2024

Breve storia del festival di Sanremo, da Nilla Pizzi all'autotune

 

Festival di Sanremo
Quando ero bambino seguivo con i miei familiari il Festival di Sanremo, che all'epoca si svolgeva al Casinò. La mia formazione musicale, che innanzitutto è stata stimolata dai miei genitori e dai miei nonni, era ad ampio raggio e, accanto ai precoci ascolti di Bach, Mozart, Beethoven, non era affatto escluso il repertorio pop, che all'epoca veniva definito genericamente "musica leggera".

In realtà, riascoltandole oggi, mi pare che le canzoni degli anni Sessanta avessero spesso una qualità musicale, così come i testi avevano una qualità poetica. La linea melodica era sovente ricercata, generalmente inquadrata nella classica forma-Lied (con tutte le sue varianti) e sostenuta da armonizzazioni non banali. Gli arrangiamenti, poi, erano curati da professionisti di evidente formazione classica, e basati su una strumentazione che utilizzava gli strumenti tradizionali, spesso con il pianoforte in evidenza.

Festival di Sanremo
Negli anni Cinquanta, prima dell'avvento del modello rock and roll, la canzone melodica italiana derivava ancora dalla romanza da camera. I celebri successi di Nilla Pizzi sono precedenti alla mia nascita, ma io sono legato al ricordo di questa cantante per via di un disco che mia mamma mi faceva ascoltare quando ero piccolissimo, con evidente riferimento alla sua affettività materna: "Ascolta, mamma" ed "E' come un cucciolo".

Festival di Sanremo
Poi Modugno e il giovanissimo Dorelli: e qui i miei ricordi sono già diretti, "Volare (Nel blu dipinto di blu)" nel 1958 e "Piove (Ciao, ciao, bambina)" nel 1959. Ero neonato, ma la risonanza di queste canzoni è durata per anni, anche per la bravura indiscutibile dei due cantanti: la bellissima voce e l'autentico swing di Dorelli, la simpatia travolgente e, tra l'altro, la dizione perfetta di Modugno.

Festival di Sanremo
Nei primi anni Sessanta ricordo le partecipazioni di Paul Anka e i trionfi di Gigliola Cinquetti, nel 1964 con "Non ho l'età" e nel 1966 con "Dio, come ti amo", quest'ultima nuovamente in coppia con Modugno. 

Festival di Sanremo
Ricordo bene il successo di Caterina Caselli, con "Nessuno mi può giudicare" del 1966 e l'incontro casuale che ebbi, bambino, con il "Casco d'oro" nel bar della sede RAI di corso Sempione, a Milano.

Festival di Sanremo
Ma in quegli anni a Sanremo potevamo assistere agli esordi di cantautori che poi sarebbero diventati famosi, come Lucio Dalla e Lucio Battisti, e addirittura Giorgio Gaber: tutti artisti che poi percorsero strade diverse e ben distanti dal festival canoro. 

Festival di Sanremo
Mentre Fabrizio De Andrè credo non abbia mai partecipato, ricordiamo tutti la tragedia di Luigi Tenco nel 1967: un artista evidentemente troppo sensibile per potersi inserire in un meccanismo che ovviamente anche all'epoca era condizionato da pesanti interessi commerciali.

Ma gli anni Sessanta sono anche l'epoca delle apparizioni sanremesi di Celentano, con "Il ragazzo della via Gluck" (1966) e con la vittoria del 1970.

Diventano poi di moda i complessi (ricordo in particolare i Giganti e i Rokes) e altri cantautori di qualità, come ad esempio Sergio Endrigo.

E in particolare ricordo la presenza di artisti eccezionali, come Louis Armstrong, Lionel Hampton e Dionne Warwick nel 1968.

Festival di Sanremo

Festival di Sanremo

Festival di Sanremo

Festival di Sanremo
In anni più recenti, ho gioito per il trionfo di Alice (di scuola Battiato) nel 1981. Ricordo anche la bella voce di Anna Oxa e il successo di Roberto Vecchioni nel 2011. 

Per concludere, preferivo quel periodo musicale, senza gli artifici attuali della tecnica totalmente informatizzata, come l'Autotune che salva anche i cantanti più stonati. E nei testi non c'era questa diffusione di volgarità che vorrebbe sembrare "trasgressiva", ma invece è solo mirata a fare  audience.

Infine, non c'era tutto il contorno di discorsi e proclami, più o meno politically correct, come avviene oggi: anzi, ricordo che i cantanti non proferivano parola, e anche i presentatori (a cominciare dal mitico Mike, o dal primissimo Baudo) erano molto sobri.