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domenica 5 gennaio 2025

Un ricordo di Nino Rota

Francesco Lombardi

 Ho ricevuto in regalo, per Natale, una bella monografia su Nino Rota (1911-1979), scritta da Francesco Lombardi e pubblicata lo scorso novembre per Feltrinelli.

Si tratta di una bella ricognizione sulla vita e l'opera di questo geniale compositore, che ha segnato la storia della musica da film grazie alle sue celebri collaborazioni con i maggiori registi del suo tempo, in particolare Fellini e Coppola.

Ma, oltre a ciò, un Maestro mai dimenticato nella città di Bari, che aveva eletto a sua seconda patria, lui milanese di nascita, romano ed anche un po' americano per formazione.

Il libro contiene molti spunti interessanti che vorrei approfondire nei miei prossimi post. Parto innanzitutto dai miei ricordi personali: quando ero ragazzino, nel 1970, avendo vissuto per tre anni a Bari con la mia famiglia, ebbi occasione di incontrarlo e salutarlo, in occasione di un saggio del mio amico e giovanissimo maestro Adriano Cirillo, che si tenne nel Palazzo della Provincia sul bellissimo lungomare di Bari. Rota infatti era anche questo: nonostante fosse un compositore di fama mondiale, non trascurava affatto i suoi impegni come direttore del Conservatorio e ne seguiva anche i saggi degli allievi. Anche per questo motivo tutte le persone che ho conosciuto a Bari lo ricordano con grande affetto. In anni più recenti, ho insegnato in quel Conservatorio e ho seguito riunioni e prove musicali nell'Auditorium a lui dedicato.

Rabindranath Tagore

Un altro ricordo personale è la lirica da camera posseduta da mia nonna nella sua biblioteca musicale, un testo di Rabindranath Tagore, Perché si spense la lampada?, pubblicato nel 1924 da Ricordi.




Giovanni Rinaldi
Lo spartito indica l'autore Nino Rota Rinaldi (Rinaldi era il cognome della madre, Ernesta, figlia del compositore Giovanni Rinaldi) e precisa: "nato il 3 dicembre 1911": il musicista non aveva dunque ancora compiuto 12 anni!

Liriche da camera di Nino Rota

Ciò si evince dalla data posta in fondo alla lirica, "Pesaro 2 agosto 1923". Ma la scrittura vocale e pianistica esprime già la maestria di un compositore maturo!

Perché si spense la lampada

E la mia nonna, sempre aggiornata sulle novità, acquistò lo spartito il 17 luglio 1925.


venerdì 1 aprile 2022

Ennio, un film documentario di Tornatore per ricordare Morricone

 "Si deve andare avanti, alla ricerca di cosa? Non lo sappiamo".
Morricone e Tornatore

Con questa frase emblematica, che riassume il senso del comporre a partire da una pagina bianca, e diventa metafora dell'esistenza stessa, con questa frase pronunciata con voce sommessa dal compositore si conclude l'omaggio di
Giuseppe Tornatore ad Ennio Morricone, un film documentario intitolato appunto "Ennio".
Una grande, intensa carrellata sull'opera del musicista, dagli studi con Goffredo Petrassi all'incontro con i maggiori registi del nostro tempo, dopo un periodo giovanile come arrangiatore non banale di canzoni pop. Una carriera straordinaria che lo stesso compositore rievoca con la sua gentilezza composta: curiosa personalità di uomo timido che ha conquistato il mondo con la forza del suo talento.
Una vita anche attraversata dalle contraddizioni e sofferenze di due mondi musicali che sembravano non potersi incontrare, tra le perplessità del maestro Petrassi e dei suoi compagni di studi (ad esempio Boris Porena) e i suoi stessi propositi di lasciare il cinema, continuamente deviati da sempre nuovi successi.
Alla fine si capisce che Morricone ha vinto una battaglia: un artista anche pop, ma che non ha dimenticato Frescobaldi, Bach, Stravinskij.
Ci emozioniamo nel vederlo e sentirlo commosso, quando ricorda, lui novantenne, il suo vecchio maestro, e quando dedica alla moglie l'Oscar alla carriera.
Mite e coraggioso, come il suo gesto direttoriale. È stato bello anche sentire la testimonianza di un grande direttore come Pappano.
Un film da vedere, dunque, per chi ama la musica e il grande cinema.